(detto
il
Cavalièr). Pittore olandese. Figlio e allievo di Pieter Mulier il
Vecchio, nel 1666 si trasferì a Roma dove soggiornò fino al 1670 e
dove acquistò una buona fama decorando, fra l'altro, una sala del palazzo
Colonna. Trasferitosi a Genova, fu accusato dell'omicidio della moglie e
condannato a morte; graziato, rimase in carcere per cinque anni.
Soggiornò in seguito a Piacenza (1680) e a Milano (1687), dove godette
della protezione del Borromeo; fu poi a Venezia, sul Lago Maggiore, a Bergamo, a
Brescia e ancora a Milano. Scelse come soggetto dei suoi dipinti quasi
esclusivamente marine, spesso ritratte nei momenti di burrasca (da qui il
soprannome), che eseguì con molta abilità, attraverso tratti
rapidi che conferiscono all'opera una luminosità dinamica. Durante il
periodo di detenzione eseguì anche quadri di argomento pastorale e
rappresentazioni di episodi tratti dalla Bibbia. Un suo autoritratto è
conservato a Firenze presso la galleria degli Uffizi (Haarlem 1637 - Milano
1701).